Giro dei Laghi 2021: Quarto giorno

Quarto giorno del Giro dei laghi.I milanesi se ne stanno andando e allora posso avere il lago tutto per me. Sono qui seduto in riva sull’erba con un sole fantastico e con un vento che rinfresca la pelle e così rilassato posso raccontarvi quella che è stata una giornata fantastica.

Stamattina visita a una delle attrattive di Lecco, che ieri sera avevo saltato  perché ero satollo ed anche molto stanco, sia per i chilometri in  bicicletta, sia per quelli fatti a piedi, su e giù per Lecco rincorrendo i Bravi. L’isola Viscontea, proprio vicino all’hotel è un’isola fluviale, essendo in quel piccolo tratto di fiume Adda che congiunge il lago di Como con il lago di Garlate. Da molto tempo disabitata in quanto, in tempi moderni, risultano difficili i collegamenti non essendoci un ponte. Una delle ultime destinazioni fu ad osteria, ma chiuse negli anni 60. Merita un destino migliore, magari ad utilizzo della popolazione.

Alle 9.30 puntualissimo, come si addice a chi abita vicino alla Svizzera, arriva Salvatore, amico di penna, che aveva risposto ai  miei post sulla Sicilia. Sono un po’ preoccupato, quando lo vedo con la sua maglietta del gruppo ciclistico erbese, capisco subito che sarà una brava guida, ma che saranno per me cavoli amari stargli dietro. Vorrebbe portarmi sul Ghisallo al santuario del ciclista, è molto ottimista sulle mie capacità ciclistiche, ma sulle prime rampe secondo me, si rende ben conto anche lui, che non potrebbe essere una salita per me, ma è così gentile da dirmi che non ho i rapporti giusti per quella ascesa, che signore! Invece di dirmi che sono una mezzasega!!!

Passiamo per il lago di Annone, ed arriviamo a Pusiano, dove abita. Ci fermiamo sul lungolago per una foto di rito, e per una anche all’isola del canguro, speriamo di non trovarcelo davanti in fuga sulla strada. Da Pusiano prendiamo la salita che ci porterà verso il lago di Segrino. Salvatore si comporta da ciclista vero, fa di tutto per non staccarmi, mi sentivo molto Egan Bernal, a ruota dei suoi uomini ed è proprio qui che Salvatore declama una poesia di Gianni Rodari:

“Filastrocca del gregario

corridore proletario,

che ai campioni di mestiere

deve far da cameriere,

e sul piatto, senza gloria,

serve loro la vittoria.

Al traguardo, quando arriva,

non ha applausi, non evviva.

Col salario che si piglia

fa campare la famiglia

e da vecchio poi acquista

un negozio da ciclista

o un baretto, anche più spesso,

con la macchina per l’espresso.”

Quanta verità, soprattutto ai tempi eroici del ciclismo!  Però questa la dedichiamo a Caruso.

In cima alla salita, poco prima del lago, la casa di Giovanni Segantini, che in questi luoghi dipinse i suoi quadri più famosi di ispirazione contadina. Il lago ha delle vedute e degli scorci che richiamano molto fantasie di streghe, folletti o altri personaggi fantastici abitanti le sue sponde. Però questo lago ha una storia anche moderna in quanto lo sci nautico è nato proprio qui e ha prosperato fino a quando non è subentrato il divieto di utilizzo di mezzi a motore. Riprendiamo la salita fino allo scollinamento dove inizia la picchiata verso il lago di Como.

Sosta alla fontana del ciclista dove quasi avessi conquistato lo Zoncolan ci immortaliamo in alcune foto. Discesa, si fa per dire a tutta, sostando in un pulpito da dove si gode uno spettacolo straordinario sul lago e sulle cime che lo circondano ancora coperte di neve. Arriviamo sulla statale e qui si dividono le nostre strade lui verso casa a incontrare la sua nipotina che arriva da Roma, io verso Bellagio. Devo dire che poteva essere un incontro, quello con Salvatore, quasi doveroso e pertanto con tutti i rischi che esso poteva comportare. Ma è stato un incontro di affinità. Lo ringrazio qui per la sua disponibilità, ma anche e soprattutto per la sua umanità, esempio da seguire di altruismo, e non perché mi ha accompagnato in questa escursione, ma per quello che ha fatto nella sua vita.

Dopo una spanzata incredibile in riva al lago, in una trattoria da Salvatore segnalatemi, riprendo, fra saliscendi, la strada verso Bellagio, che risulta intasata di turisti che non lasciano godere della bellezza di questo luogo. Devo immaginarmelo sgombro di umanità, per poi calare verso il traghetto, che mi porterà a Varenna. Si naviga immersi nel blu al centro del lago di Como, dove i due rami si incontrano.

Mi porto sulla riva sinistra orografica per proseguire verso l’estremità nord del Lago. Sento che non mi mancano le energie, evidentemente i salumi del luogo mi hanno dato la spinta necessaria, o forse è il vento a favore? Passo per vari paesini e in particolare Bellano, ogni commento che potreste fare sarà sbagliato!

Stupenda la chiesa e il castello che trovo sulla strada nel paese di corenno Plinio. Chiesa del XIII secolo con delle tombe in edicole esterne al portale della chiesa, con decorazioni in bianco e nero come si ritrovano nelle chiese di Como, ma direi anche nelle chiese della Toscana. In arrivo a Colico resto abbagliato dalla bellezza di un’ansa del Lago che guarda verso la spiaggia di Colico, il laghetto di Piona, sembra quasi un piccolo fiordo, con una barchetta che divide l’acqua calma di quella rada riparata, creando una tenue scia, che si allarga sempre più. La spiaggia di Colico è affollata di una quantità innumerevole di persone che prendono il sole sull’erba. Proseguo verso la mia destinazione arrivando nel punto estremo del lago, che non si vede e non si tocca mai, in quanto bisogna risalire nella piana finale per trovare un ponte che oltrepassa l’Adda in arrivo dai monti.

Passo così sulla sponda di destra del lago di Como, il vento contrario si fa sentire, ma la mia meta è vicina e proseguendo fino a Domaso raggiungo l’hotel Vischi, dove passerò la mia serata. Ora qui in spiaggia la temperatura comincia ad abbassarsi e il sole sa scomparendo, vado a mangiare. A domani. Grazie Salvatore!

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